Modena
Sul corso Canalgrande, nella schiera dei palazzi aristocratici, l’edificio presenta linee architettoniche all’impronta di quel sobrio decoro tipico della Restaurazione modenese, con due balconi sull’elegante facciata, atrio colonnato e giardino interno. Già appartenuto ai conti Calori, il palazzo entrò nella storia come residenza di Ciro Menotti, ambizioso imprenditore carpigiano, industriale del truciolo nella fabbrica di famiglia, che si pose a capo di un moto di insurrezione liberale organizzato dalla Carboneria. Il moto, che doveva estendersi ad altre città emiliane, faceva leva sulle ambizioni del duca Francesco IV d’Austria d’Este; quest’ultimo, ritirato il suo appoggio ai cospiratori, la notte del 3 febbraio 1831 fece circondare il palazzo e riuscì a catturare Menotti, nonostante il suo tentativo di fuga attraverso i tetti della cappella dei conti Cesi che sorge tuttora nello stradello retrostante il palazzo stesso. Fallito il moto carbonaro, il 26 maggio di quello stesso anno il duca condannò Menotti all’impiccagione, che venne eseguita sugli spalti della Cittadella di Modena.
Sulla facciata del palazzo, una lapide ricorda come, la notte del 3 febbraio 1831, venisse qui catturato il patriota, assieme a una quarantina di compagni di cospirazione.
Sulla piazza Roma, si eleva il Monumento a Ciro Menotti, realizzato nel 1879 dallo scultore modenese Cesare Sighinolfi su commissione di un comitato di cittadini, primo fra i quali Gaetano Moreali, patriota cugino di Menotti e benefattore cittadino, allo scopo di ricordare quegli avvenimenti del 1831. Ciro Menotti è raffigurato rivolto verso il balcone del Palazzo Ducale, in atto di fissare con espressione di sfida l’antica residenza di Francesco IV.
Città/Località | Modena (MO) |
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Indirizzo | Corso Canalgrande, 90 |
C.A.P. | 41121 |
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data di creazione: | giovedì 6 novembre 2014 |
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data di modifica: | lunedì 1 dicembre 2014 |