Serramazzoni
Il Rio delle Borre nasce a Nord di Serramazzoni e precisamente nell’ immenso bosco che dall’Hotel Pineta – Casa Mazzoni - Casa Gicacomone degrada sul versante che guarda Campodolio – Varana. Lungo il corso del Rio delle Borre, non facilmente percorribile per la mancanza di un sentiero, tra una intrigante vegetazione, è possibile ammirare cascate che raggiungono l’altezza di 20 metri.
Le cascate sono raggiungibili a piedi partendo dal bosco sottostante l’Hotel Pineta (V. Monte Grappa), oppure molto più facilmente, andando in auto da Casa Bartolacelli (Via Giardini per Modena) lungo la strada che porta a Varana. Una volta che si è raggiunto il ponte sottostante Casa Nuvola, a poche decine di metri, al di sotto del ponte stesso, è già possibile vedere la prima cascata; poi risalendo lungo il Rio si possono ammirare le altre.
Il Rio nella sua discesa a valle, dopo le cascate, si congiunge con il Rio della Pulce nelle vicinanze di Varana Sassi dando origine al Torrente Fossa, che attraverso i territori di Rocca S. Maria, Montebaranzone, Nirano, S. Stefano, Torre delle Oche, Spezzano, va ad immettersi, tra Magreta e Corlo, nel Fiume Secchia.
Il Fossa è un piccolo torrente, ma nel tempo a causa della sue esondazioni ha sempre creato danni gravissimi: il 14 e 15 giugno 2008 un'ondata di maltempo portò ad allagamenti e problemi in tutto il comprensorio. A Spezzano il torrente anche a causa dei detriti portati a valle che fecero alzare rapidamente il livello delle acque, straripò in modo rovinoso, trascinando via perfino automobili all'altezza di Torre delle Oche; nel 1903 Il mulino di Rocca S. Maria fu sommerso dalle acque e dal fango che si riversò, dopo giorni di pioggia, nella stretta gola dove era posto. A ricordare quel triste evento, nell’ex mulino è murata una targa in marmo bianco che ricorda che quella notte l’acqua arrivò ad una altezza di m 2,50.
Anche nell’antichità al piccolo torrente, detto alla sorgente di Faeto “Piombino”e lungo il suo corso “Saniturnum” poi “Formigo o Formigine” ed infine “Fossa”, ha dato origine a due legende: la prima riguarda un episodio accaduto nel 44 a.C. durante l’assedio di Mutina da parte di Marco Antonio e la seconda racconta il miracolo avvenuto a Modena nell’anno 400 d. C. per intercessione di S. Geminiano.
Francesco Panini nella sua “Cronica della città di Modana” scrive: Nell’anno di Roma 710 (44 a.C.) essendo stato per le mani dei suoi più cari amici ucciso Giulio Cesare, et in Modena ridottosi con tre legioni de soldati, et buon numero di gladiatori Decimo Bruto uno dei principali di quel fatto, fu con si grave assedio cinta, et riserata questa città da Marco Antonio nemico di Bruto, che non restando altra via agli assediati, che quella dell’aere aperta, et del fiume, che per mezzo della città scorreva, per l’una mandavano fuori, come contano gli scrittori gravissimi, lettere agli amici venuti al loro soccorso legati a piedi di colombe, et per l’altra ricevevano le cose necessarie al sostentamento della vita loro portate dal corso dell’acqua: benché ancor quest’ultima strada fosse a lor levata, quando di ciò avvedutosi Marco Antonio fece tendere reti ad esso fiume, accio per via di quello non potessero ricevere cosa alcuna quei di dentro: il qual fiume, all’hora da scrittori nominato Saniturno, hora non so vedere, che altro possa essere, che quello, il quale nato in Appennino scorre tra il castello di Fiorano et quello di Spezzano dagli Annali di Modena chiamato il Formigine il quale anticamente (come fin hoggi mostra il vecchio corso suo per anco detto il fiume vecchio) passando per là, dove fu poi edificato il Castello, che da quello fu chiamato Formigine, d’indi con dritto cammino se ne andava alla volta della città).
Sulla utilità di avere un corso d’acqua che attraversava la città di Mutina, negli anni 44 e 43 a. C. si sofferma Sesto Giulio Frontino, scrittore romano del I° secolo d. C. che nel suo Stratagemmata, manuale sugli stratagemmi militari, indica nel Saternum o Saniturnum il fiume che permise di soccorrere gli assediati).
Lo scrittore e storico Valerio Massimo Manfredi, di recente, in un suo articolo dal titolo Antonio contro Ottaviano: guerra civile nella palude, colloca quel lontano episodio accaduto sotto le mura di Mutina sul torrente Tiepido non dando credito agli storici citati sopra che identificavano quel corso d’acqua nell’attuale Fossa).
Le curiosità sul torrente “Fossa”, non sono finite, perché sulle sue acque persiste la leggenda del miracolo delle acque compiuto da S. Geminiano.
Il miracolo è riferito al 17 ottobre, pare, dell’anno 589, giorno in cui le acque del “Formigine, o Formigo, poi Fossa” assieme a quelle di altri torrenti che, in quel tempo, si erano paurosamente ingrossati, dilagarono all’interno della città di Modena allagandola quasi del tutto: dell’abitato per l’intercessione miracolosa di San Geminiano, fu risparmiata la sola parte occidentale con l’adiacente cattedrale al cui interno aveva trovato rifugio parte della popolazione della città che ebbe salva la vita appunto per l’intervento del Santo.
Così il fiume detto “Formigine”, o “Fossa di Sassuolo” il quale non era deviato in Secchia come ai giorni nostri, “essendo cresciuto fuor dall’usato e fatto gonfio allagò tutta la città, e l’acqua fu tanto alta che arrivò alle finestre della nuova chiesa, ove eravi corso il popolo per implorare in tanto travaglio l’aiuto del Signore, ma neppure una gocciola entrò in quella, restando alle porte come si fosse condensata in ghiaccio, che poco dopo, per intercessione del Santo (Geminiano) tornò, al solito alveo, liberando dal perilio i modenesi e anco i forestieri, i quali da varie parti erano venuti alla vicina solennità del suo giorno festivo”.
Città/Località | Serramazzoni (MO) |
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Indirizzo | Rio delle Borre |
C.A.P. | 41028 |
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Cascate delle Borre data dell'ultimo aggiornamento: giovedì 11 dicembre 2014 |
data di creazione: | giovedì 27 novembre 2014 |
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data di modifica: | martedì 2 dicembre 2014 |