Pievepelago è adagiata sulle rive del torrente Scoltenna, in una conca circondata da boschi. Si trova nel centro della valle del Pelago, in quell'angolo di Appennino modenese al confine con la Toscana. Il suo territorio si estende all'interno del Parco regionale del Frignano con sede nella stessa cittadina. I monti che circondano Pievepelago ospitano alcuni dei più caratteristici laghi dell'Appennino: il lago Santo, a 1.501 metri di quota, di origine glaciale, e poi il lago Baccio, il Turchino, il Piatto e il Nero. Dal lago Santo partono suggestive escursioni lungo sentieri numerati per raggiungere le vette dei monti Giovo (1.991 metri di quota) e Rondinaio (1.964 metri di quota).
Nell'antichità la sub-regione del Frignano fu abitata dai Liguri Friniati, dagli usi e dai costumi simili a quelli dei Celti. Passò poi sotto il dominio dei Romani e col crollo dell'impero fu governata dai Bizantini e successivamente dai Longobardi. Pievepelago per la sua strategica posizione fu teatro di battaglie nell'età medievale durante la quale venne dominata dapprima dai Da Montegarullo, che a difesa del borgo eressero una fortezza, e in seguito dagli Este signori di Ferrara. Nel Settecento conobbe un periodo di florido sviluppo commerciale grazie alla costruzione della via Vandelli, che collegava Modena a Massa e al mare Tirreno, passando attraverso le montagne del Frignano.
Il centro storico è attraversato dall'antica via Tamburù, e vanta alcune interessanti opere architettoniche: la chiesa plebana di Santa Maria Assunta e la fontana di piazza Ricci.
La chiesa plebana di Santa Maria Assunta venne ricostruita nel 1868 su progetto di Cesare Costa, nativo di Pievepelago, uno dei protagonisti dell'architettura ottocentesca modenese e reggiana.
Oltre la facciata di elegante e sobria classicità, l'interno, di grande eleganza, è a tre navate con vasto presbiterio; nella controfacciata, due dipinti con San Francesco e l'Immacolata del modenese Gaetano Bellei, del 1918. Nel transetto di sinistra si conserva l'urna reliquiario di San Teodoro, di gusto neoclassico, realizzata nel 1820 dell'argentiere fiorentino Gaetano Boccini. Nella cappella maggiore si eleva la pala dell'Assunta di Carlo Rizzi, pittore del pieno Settecento modenese.
La chiesa possiede una bellissima Santa Filomena dipinta dal celebre caposcuola modenese Adeodato Malatesta nel 1840, e un San Luigi Gonzaga del correggese Luigi Asioli, del 1853.
Di fianco alla chiesa si trovano l'oratorio di San Luigi, edificato nel 1754, con un dipinto seicentesco con la Madonna e Sant'Antonio, e l'oratorio dei Bianchi, eretto alla fine dell'Ottocento grazie all'Imperatrice d'Austria di passaggio da Pievepelago, ora sede di un centro ricreativo.
La fontana di piazza Ricci, sormontata da un obelisco, è stata realizzata in sasso nel 1896 da esperti scalpellini del posto. E' considerata il simbolo di Pievepelago.
Via Tamburù è la storica via di Pievepelago che ogni anno in occasione della festa del Corpus Domini viene ricoperta con suggestivi tappeti floreali per la tradizionale Infiorata.
Città/Località | Pievepelago (MO) |
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C.A.P. | 41027 |
Url / sito | |
Itinerario | |
Abitanti | 2.241 (fonte: Censimento 2011) |
Altitudine | Da 735 a 1.991 metri s.l.m. Capoluogo 791 metri s.l.m. |
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data di creazione: | lunedì 25 agosto 2008 |
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data di modifica: | lunedì 8 settembre 2014 |